5 DICEMBRE 2019. JEJU.

Buddhisti …mancati.Si puo’ sintetizzare in due parole la prima parte del soggiorno sull’isola di Jeju, chiamata pomposamente “le Hawaii della Corea” e “l’isola degli dei”, meta di rito per le lune di miele dei coreani nonche’ del turismo locale e da noi scelta in origine per partecipare al programma chiamato Templestay – una notte al tempio – condividendo la vita dei monaci buddhisti che pregano e lavorano, partecipando alle funzioni religiose e alle preghiere e mangiando con loro.Gia’ la prospettiva di una vita monastica fatta di pasti frugali, preghiere a partire dalle tre di notte con 108 (!) prostrazioni ci aveva fatto sorgere dei dubbi sull’opportunita’ dell’iniziativa; il malessere intestinale che ha colpito Giuseppe nella notte ha tolto ogni dubbio tanto a lui quanto a me, che ne ho condiviso la scelta.Cosi’, sbarcati di prima mattina all’aeroporto del capoluogo dell’isola, abbiamo lasciato che I nostri compagni di viaggio Bruno, Leo e Nicola se ne andassero, loro si’, a provare l’ebbrezza di una giornata come i monaci, mentre noi attendiamo fiduciosi che il sole venga a scaldare una citta’ in questo momento grigia, sferzata da un vento gelido che pare essere una costante quaggiu’.I giorni passati sono stati lunghi ed intensi, tra templi buddhisti e citta’ sfavillanti di luci, dal complesso di Haeinsa a quello di Bulguksa, nel cuore di un parco dai meravigliosi colori autunnali degli aceri, nei cortili i colori diventano quelli delle lanterne a forma di fiori di loto, verdi, rosa, gialli, da cui penzolano le strisce votive di carta a ricordare una devozione che tuttavia i coreani non ostentano come capita di vedere in altri Paesi dell’Estremo Oriente.Una giornata dedicata ad una camminata sulle pendici del monte Namsan, meno di cinquecento metri sul livello del mare, che si erge nella piana di Gyeongju, citta’ un tempo capitale dell’Impero dei Silla, dinastia che regno’ su buona parte della Corea e che ha lasciato la propria impronta in quest’area; qui si trova un gran numero di tombe reali, curiosi monumenti funerari consistenti in tumuli di terra che ricoprono la stanza dove sono sepolti i re della dinastia e I membri della famiglia reale, tumuli che si elevano ad altezze tali da farle apparire come vere e proprie collinette nel cuore della citta’.Il percorso intorno al monte Namsan dal canto suo e’ ricco di reperti religiosi, Buddha in rilievo o incisi nella roccia, una pagoda a tre piani, un tempio, il tutto frutto di una conquista che e’ durata, per noi, circa quattro ore di cammino in mezzo al bosco.In questi giorni siamo poi stati a Busan, la piu’ grande citta’ portuale della Corea, la seconda per abitanti, distanze infinite per raggiungere i vari punti di interesse turistico, ancora templi, quello di Yonggungsa al tramonto, un Buddha dorato di fronte al mare e uno disteso su un fianco, il tempio di Beomeosa fuori citta, parti la mattina alle dieci per tornare che ormai e’ buio pesto e sono le otto di sera ed hai trascorso intere ore sotto terra, a bordo dei mezzi della efficiente metropolitana della citta’, oppure a cercare di azzeccare la fermata giusta su un bus delle linee che servono fino ai quartieri periferici.Il villaggio di Gamcheon con le sue case dipinte con colori pastello, arroccato sul fianco di una collina che guarda verso il mare, che il buio induce al riposo mentre a valle il lungomare e il centro della citta’ si popolano delle mille luci della notte, in uno sfavillio di insegne luminose che guardano in basso dai tetti e dai fianchi degli edifici.
Ogni tanto le nostre serate si concludono con un bicchiere di vino: qui non se ne produce, ma vini cileni e australiani sono reperibili nei negozi di catene americane aperte 24 ore su 24 ed allora non ci si puo’ esimere dal gustarselo con il piacere che puo’ provare un italiano alle prese con piatti cosi’ differenti e spesso incomprensibili nella composizione da suscitare la nostra perplessita’.Ancora meno di due giorni qui sull’isola, poi domenica il clou della vacanza asiatica: cresce l’attesa tra i miei compagni di viaggio, il concerto degli U2 si avvicina.