22 dicembre.MINCA.

“Nel corso degli ultimi anni questo incantevole villaggio è diventato una meta sempre più nota ai viaggiatori stranieri soprattutto fra i backpacker, desiderosi di sfuggire per qualche giorno al calore cocente della strada.” 

Le parole della guida Lonely Planet che parlano di Minca sintetizzano quelle che sono le caratteristiche di questo minuscolo paese che si raggiunge in poco meno di un’ora di bus arraccando su per la collina, lasciata Santa Marta.

A Santa Marta e Tatanga il caldo l’ha fatta da padrone in questi ultimi giorni.

Quando le notizie dall’Italia ci dicevano di temperature ben al di sotto dello zero e di un freddo ormai inusuale anche nel nord dell’Italia qui si boccheggiava, andando alla ricerca di refrigerio sulle spiagge della Colombia del Nord.

Trenta gradi, spiagge affollate,  famiglie di colombiani, pochissimi i turisti, Santa Marta non attira il turismo internazionale come la non lontana Cartagena, non vi sono particolari cose da vedere,  la bianca cattedrale non possiede nulla di memorabile, però questa città è la porta di accesso ad un parco nazionale che dicono essere molto interessante nonché alla mitica Ciudad Perdida.

Prima di partire per un trekking che in quattro giorni di cammino porta (spero anche me…) a raggiungere questa città scomparsa e ritrovata meno di mezzo secolo fa, rimasto orfano di Savino, ormai rientrato in Italia,  mi sono concesso un po’ di frescura qui ai bordi della Sierra Nevada di Santa Marta.

Nulla di trascendentale,  un piccolo villaggio,  una strada principale che si perde sulle pendici della montagna che portano alle fincas dove si coltiva il caffè, tanto verde, cielo azzurro, persone gentili che si mostrano felici di poterti aiutare, tante moto di piccola cilindrata a fare da taxi verso le località più remote.

Molti sono i turisti che arrivano fin quassù, l’ospitalità non manca, tanti hostal, prezzi contenuti e una atmosfera gradevole, musica la sera nei locali, cercare relax su un’amaca non è difficile con il rio che scorre pochi metri in basso e le foglie che si muovono leggere nella brezza pomeridiana.

Qui sono quasi le due del pomeriggio, per me è venuto il momento degli auguri di Natale, la strada verso la città perduta sarà silenziosa e solitaria.

Buon Natale!